Conversazione con Edoardo Zin
“Perché l’Europa?”
Il prof. Zin spiega ai ragazzi del Keynes il significato dell’UE
“Perché è importante parlare ancora oggi di Europa unita?”. Attorno a questa domanda si è sviluppata la conferenza “Perché l’Europa?”, tenuta lo scorso 3 maggio all’Isis Keynes di Gazzada dal prof. Edoardo Zin.
Medaglia d’oro per meriti europei, per il suo impegno civile e la sua attività nel settore dell’educazione, della pubblicistica e degli studi su Robert Schuman per l’unione dei popoli d’Europa, nella libertà e nella fratellanza, il prof. Zin ha guidato la riflessione degli studenti delle classi quinte del Nostro Istituto sul significato dell’Europa, in un momento storico in cui si inaspriscono i contrasti tra sovranisti e europeisti, tra euroscettici e federalisti e si tenta di decomporre l’unità spirituale e culturale dell’Europa in nome di interessi ideologici ed economici.
Attraverso la sua opera educativa e la sua passione europeista, ai moti di disgiunzione il prof. Zin risponde proponendo l’unità; ai pericoli – da taluni avvertiti come mortali per il processo d’integrazione – risponde con la sicurezza che la concordia tra i popoli sia il valore che condiziona la costruzione di ogni convivenza civile; all’insipienza di molti detrattori dell’idea “Europa” risponde con il pensiero, con il confronto.
Per argomentare la propria posizione, il prof. Zini ha tenuto a ricordare il concetto di Europa espresso da Robert Schuman: “L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra! Quando, nel tardi pomeriggio del 9 maggio 1950, il ministro degli affari esteri Robert Schuman pronuncia queste parole davanti a più di duecento giornalisti convocati improvvisamente nella sala stampa del Quai d’Orsay, erano trascorsi appena cinque anni dal termine della seconda guerra mondiale…Nell’Europa ancora coperta di macerie e morti, Robert Schumann ha l’audacia di trasformare il carbone e l’acciaio, strumenti di guerra e di contesa tra Francia e Germania, in pacifici strumenti di riconciliazione. Se oggi la pace è un fatto compiuto, lo dobbiamo a quest’uomo, utopista inguaribile e visionario”.
“Proprio la messa in comune della produzione del ferro e dell’acciaio e la successiva realizzazione della comunità economica, di un unico mercato, della libera circolazione di merci e capitali, di un’unica moneta hanno dato e permesso di vivere un periodo di pace e speranza”, ha proseguito il Professore sottolineando come Schuman non fosse un politico con la pretesa di avere vantaggi economici, né tantomeno un uomo tronfio dei propri risultati, ma fosse una persona semplice e riservata “che ha ricevuto da Dio la capacità di scrutare la storia e di interpretarne gli avvenimenti: egli è stato come la sentinella che veglia durante la notte e sa quando arriva l’aurora!”.