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Percorso tra memoria e impegno

 

Anche quest’anno la nostra scuola ha partecipato, risultando vincitrice a livello regionale, al concorso bandito dalla Fondazione Falcone e dal Miur dal titolo” Follow the money. Da Giovanni Falcone alla Convenzione Onu di Palermo contro la criminalità transnazionale”,   per ricordare il XXVII anniversario della strage di Capaci e di via D’Amelio.

Gli studenti Cefola Claudio, Cremona Tobia, Daino Andrea, Ferro Lorenzo, Romeo Manuel e Spiteri Andrea della 5ªBA, seguiti dalla prof.ssa Caterina De Sario, hanno approfondito il contenuto e il significato della Convenzione Onu di Palermo e dei Protocolli Addizionali, strumenti normativi internazionali di grande importanza nella lotta contro il crimine diventato globale.  Gli alunni, prendendo spunto dalla lungimirante visione  di Falcone che vedeva nella cooperazione internazionale, (sperimentata nell’inchiesta Pizza Connection), l’unica strategia adeguata  per contrastare le organizzazioni di stampo mafioso, hanno ideato un gioco che illustra le dinamiche insidiose  del fenomeno mafioso, ormai senza più confini,  e  le tecniche per arginarlo, grazie a una rete di collaborazioni tra stati che si dotano di strumenti legislativi, investigativi e bancari adeguati.   Il messaggio che sottende il gioco è che la rete è sempre vincente rispetto all’azione singola e che l’unione è necessaria per isolare ” il cattivo”. Un gioco può educare i ragazzi a combattere la mafia? Sì, se indica un metodo, se sviluppa legami e responsabilità collettive.

I ragazzi sono consapevoli che, nel gioco come nella vita, il vero vincitore sia la conoscenza che permette di fare delle scelte libere. Il gioco dei ragazzi crea indipendenza dalla minaccia criminale e il loro invito è quello di “giocare” tutte le volte in cui sono a rischio le istituzioni del paese, le libertà e i diritti dei cittadini.   Il lavoro dei ragazzi è un atto di gratitudine nei confronti del giudice Falcone e di tutte le donne e gli uomini dello stato che hanno creduto nei valori della legalità e giustizia, a rischio della propria vita. Un modo per avere cura di queste morti ingiuste è quello di fare il proprio dovere. 

La partecipazione al concorso  si inserisce tra le attività del progetto ” Percorso tra memoria e impegno “.

 

Ulteriori informazioni nell’articolo su VareseNews

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